Piccola premessa sulla
Banca d'Italia (o Bankitalia):
"Le
quote nominative di partecipazione al suo capitale sono state
assegnate per il 94,33% di proprietà di banche e
assicurazioni private, per il 5,66% di enti pubblici (INPS e
INAIL)".
A
quanto ammonta, prima della riforma, il capitale della Banca
d’Italia? A 156 mila euro, la cifra stabilita nel 1936 e mai
aggiornata.
In
cosa consiste il decreto?
Scompare
la seconda rata Imu sulla prima casa 2013 […].
- La
Stampa,
29 gennaio 2014
Si
risparmierebbero quindi, in un primo momento, ben 2,2 miliardi
di euro. Contemporaneamente è previsto:
un aumento
di capitale della Banca di Italia che porta il valore
nominale totale da 300 milioni di lire (156 mila euro) a 7,5
miliardi di euro, garantito dalle riserve statuarie, quel fondo
composto da denaro pubblico che dovrebbe servire a contrastare le
calamità o comunque a far fronte a periodi economici difficili.
E
ci tengo proprio a ribadire quest'ultima parte, sottolineando che i
soldi per aumentare il capitale di Bankitalia non vengono chiesti ai
soci, bensì ai cittadini:
Le
riserve sono soldi pubblici derivanti dai proventi della gestione del
contante e accantonati nel corso degli anni per far fronte ad
eventuali emergenze, quindi non sono di proprietà delle banche.
- Il
Fatto Quotidiano, 1 febbraio 2014
I
gruppi bancari che possiedono quote di Bankitalia più alte del 3%
dovranno per legge vendere sul mercato parte delle loro azioni per
regolarizzarsi al di sotto di questo limite. In particolare:
Intesa
Sanpaolo S.p.A. potrà ricevere fino a 3 miliardi e 150 milioni, e
UniCredit S.p.A. 1 miliardo e mezzo di euro.[...] L'imposta che le
banche pagheranno, apporterà un rientro alle casse dello stato di
[soli] 900 milioni di euro.
-
vedi Gianni Dragoni a Servizio Pubblico, Puntata
del 30/01/14
A
conti fatti ci ritroviamo con: un "risparmio" di 3,1
miliardi di euro, un regalo di 7,5 miliardi di euro a Bankitalia con
i soldi dei cittadini, ed un guadagno - a titolo esemplificativo -
per i due maggiori soci di Bankitalia superiore a 4 miliardi e mezzo
di euro ricavati dalla vendita delle azioni sul mercato.
La
richiesta del M5S era quella di scorporare questo decreto in due
decreti diversi, in modo da poter proporre due votazioni diverse, una
per l'IMU e l'altra per la ricapitolizzazione delle banche.
Per
non rischiare di far scadere il provvedimento la Boldrini ha calato
un asso nella manica, la cosiddetta “ghiggliottina” :
la votazione immediata, senza dar voce agli iscritti a parlare. Il
decreto è passato allora con 236 sì e 209 no.
Perché
il governo fa questo regalo alle banche?
La
risposta è semplice: chi pensate che dal 2010 ad oggi acquista ogni
mese i titoli di Stato necessari per ripagare l’interesse sul
debito? Sempre
loro [le banche], anche e soprattutto con i nostri soldi.
- Il
Fatto Quotidiano, 30 Gennaio 2014
È
utile ricordare alcune dichiarazioni degli anni passati di Gianni
Dragoni: "Immagino che l'obiettivo sia quello di aiutare il
sistema, sostenendo l'accesso al credito di imprese e famiglie […]
Se crolla lo Stato, crolla il sistema. Se crollano le banche, idem.
Certo: questo non significa che la manovra aiuti le banche ad aiutare
il sistema, e non solamente se stesse."
La
teoria vera è che sono le imprese e chi lavora a produrre
ricchezza.[...] la ricetta dovrebbe essere: non ostacoliamo le
imprese, lasciamo fallire le banche e con quei soldi
(semmai) proteggiamo direttamente i piccoli risparmiatori!
- Roberto
Gorini, 30 gennaio 2013